Progettiamo piani di sviluppo a base culturale.
Per territori, paesi, comunità…
immagina
Immagina.
Ami la tua terra.
I parametri amministrativi non bastano a descriverla, ma le manca qualcosa: desideri qualcosa di più per lei.
Desideri che sia rilanciata nel paesaggio che l’ha generata. Che la storia e la tradizione siano affiancate dalle energie creative che avanzano nella contemporaneità. Desideri che non disperda il calore comunitario della prossimità, che non perda però la grande occasione di incontrare l’altro e l’oltre.
Desideri una società conviviale e solidale. Operosa ed ecologica. Appagata e stimolante.
Desideri la felicità. Inizia a immaginare.
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Ogni regione possiede uno specifico capitale territoriale distinto da quello delle altre aree, che genera un più elevato ritorno per specifiche tipologie di investimento, che sono meglio adatte per questa area e che più efficacemente utilizzano i suoi asset e le sue potenzialità. Le politiche di sviluppo territoriale devono innanzitutto e soprattutto aiutare le singole regioni a costruire il loro capitale territoriale”: Il capitale territoriale è il complesso degli elementi (materiali e immateriali) a disposizione del territorio e che ne formano la ricchezza. [Commissione Europea, 2005]
Progetta.
Vuoi concretizzare una società migliore. Concretizzare significa situare; situare significa progettare.
Il tuo progetto sarà aperto, si realizzerà nel sincronismo, nell’informalità e nell’istituzionalità, nella capacità di stare nell’insieme di reti che si dà tra identità mobili.
Devi interpretare problemi e obiettivi: le risposte ci sono, sebbene ancora non le vedi.
La tua terra, adesso, è il progetto che ha di se stessa, a partire della situazione concreta in cui si trova, proiettata da quella immaginata nella realtà. Le scelte culturali ed etiche del tuo piano di sviluppo sono l’atto programmatico con cui miri a ciò che hai desiderato.
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Il piano strategico di sviluppo culturale espliciterà il percorso metodologico e gli ambiti di intervento, evidenzierà i punti di forza e di debolezza, nonché le opportunità di sviluppo e le minacce di cui tener conto. Fisserà obiettivi generali e azioni da intraprendere. Il modello di attuazione e di governance valorizzeranno le intese tra istituzioni. Il modello di gestione e di governance attua e rappresenta i valori e gli equilibri da affermare.
Condividi.
La tua terra ha ora un progetto di sé che non alberga solo in un oggetto determinato – una struttura, un evento – ma nella totalità dei problemi e delle situazioni che vuoi affrontare liberando cultura dagli spazi, dalle tradizioni, dalle sperimentazioni, dai saperi.
L’ingrediente che renderà possibile il tuo processo di trasformazione è la fiducia. La otterrai a una condizione: che il progetto sia coerente e realizzabile. La comunità di cui sei parte deve la sua identità alle infinite negoziazioni che sono intervenute tra diversità, con queste dovrai socializzare le tue idee affinché gli altri vedano in esse una possibilità di attuazione delle proprie: il tuo progetto è il primo luogo di incontro della storia di trasformazione che stai cominciando.
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Il piano di sviluppo su base culturale sviluppa un approccio sistemico tra istituzioni che, a seconda dei ruoli, delle competenze e delle attività, sono orientate ad armonizzare i livelli di governo. Il coinvolgimento delle comunità e delle loro articolazioni è ottenuto tramite processi di ascolto, ricerca ed interazione. Il dialogo con le espressioni della comunità locale consente di tracciare un quadro attendibile dei bisogni e dei valori, consolida la relazione con il patrimonio innescando forme di corresponsabilità civica. La condivisione permette di accedere a disparate risorse, attivabili solo grazie alla forza della partecipazione e alla comunanza di intenti.
Realizza.
La mappa che avevi disegnato adesso è un viaggio reale. Tutto ciò che avevi immaginato esiste, è vivo, accade.
Il momento della realizzazione è l’esperienza della magia, è la festa, è l’innovazione. È la prova concreta della forza e del potenziale dei legami. È la storia che le future generazioni racconteranno. Sei pienamente nel mondo, con le tue abilità, le tue conoscenze, le tue esperienze, e al tempo stesso è un mondo reso nuovo da relazioni e scopi sociali nuovi. Il momento della realizzazione trasferisce nella comunità le forze immaginifiche e feconde della cultura. Le divulga e le dissemina: la cultura diventa un modo di abitare e di convivere.
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Gli interventi seguono un’articolazione organica, che di solito contempla almeno tre livelli di informazione: gli obiettivi generali, le linee di intervento e le azioni. Il programma distingue le macro-fasi di lavoro da seguire sistemate lungo un asse temporale di attività.
Ogni attività ha una sua mappa progettuale che la descrive, esplicitando le modalità di attuazione, la stima dei costi e le fonti della copertura economica. Le azioni sono descritte tenendo conto degli ecosistemi culturali e dei portatori di interesse emersi. Durante l’attuazione è necessario occuparsi delle motivazioni del coinvolgimento e della tipologia di relazione che l’azione stabilisce con il territorio: ogni azione/evento è un momento di cura oltre che di dialogo.
Monitora.
Hai realizzato il tuo desiderio? Che cosa ti è sfuggito? Cosa ha fallito? Cosa ti ha sorpreso?
La coscienza dell’impatto e delle ricadute che il progetto ha sulla comunità ti indurrà a monitorare ogni passo. Il monitoraggio verifica e prova l’impegno profuso: garantisce il rispetto della fiducia accordata al progetto, ti permette di imparare dalle reazioni che hai sollecitato, nell’obbiettivo di agire responsabilmente e di affinare il potenziale trasformativo delle azioni di sviluppo su base culturale. Apprendere, in questo senso, non ti fornirà solo dati e informazioni: è la premessa di un nuovo, futuro immaginare.
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Stabilite le regole di rilevazione delle informazioni per gli indicatori che sono stati designati in fase di progettazione, per ciascun indicatore delineati sono definiti l’unità di misura, il valore di partenza, il valore finale (qualitativo o quantitativo a seconda della natura dell’indicatore), le tempistiche da rispettare per la verifica lo stato di avanzamento. Tutto ciò converte in tabelle confrontabili e facilmente interpretabili l’insieme di informazioni e di cambiamenti che avevi a cuore di osservare.
Racconta.
Queequeg era originario di Kodovoko, un’isola remota a sud-ovest. Non è riportata su nessuna carta: i luoghi veri non lo sono mai.
Lo scrive Herman Melville in Moby-Dick. Per i luoghi veri, non ancora riportati sulla carta, c’è il resoconto dettagliato ed estasiato dei testimoni. La narrazione della loro avventura diventa storia di tutti, il libro del cuore calato nella quotidinanità-terra di ciascuno. Il tuo immaginario situato è adesso l’utopia concreta che tutti conoscono.
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Nella produzione di piani e programmi la dimensione tecnica e descrittiva deve sempre accompagnarsi e concludersi nella costruzione di emozioni perché queste possono motivare le azioni trasformative, ma anche contrastarle. Pertanto la sfera emozionale deve essere parte della strategia. La narrazione, inoltre, esplicita la sequenza delle relazioni e anche le dinamiche di causa-effetto che hanno portato all’adempimento del piano, pertanto concorre a rilasciare nella comunità una profonda consapevolezza circa il proprio operare, dando soddisfazione agli sforzi profusi e mantenendo vivo il collante comunitario necessario per compiere o mantenere quelli successivi.