pubblicazioni

Agostino Riitano

Situare utopie

La cultura che trasforma la città

Mimesis Edizioni
Collana Eterotopie
2024, 138 pp.
ISBN: 9791222304120

Chi desidera trasformare una città o un territorio deve immergersi nel suo tessuto come un filo non del tutto annodato, deve cioè salvaguardare a ogni passo “la giusta distanza”, che consente di esserci e soprattutto di vedere.

La visione della città è lo sguardo che anticipa e richiama le forze, le azioni e i sentimenti che la cambieranno: la visione non è una mera fantasia, un sogno, è una profezia che domanda di adempiersi: il “non-ancora” esiste già.

L’utopia, però, va situata: cooperazione, cura dell’altro e cultura sono strumenti di elaborazione ma anche di metamorfosi, possono sprigionare a lungo termine la capacità degli abitanti-cittadini di ricostruirsi come soggetti sociali e politici. L’utopia allora è un progetto concreto e situabile. Ha a che fare con i problemi, con i desideri, con le ferite e le speranze della comunità.

  • L’utopia situata di Agostino Riitano fa dell'arte una «leva socio-culturale», non certo per rimuovere o lenire nostalgia e rabbia, al contrario per dare posto e valore alla perdita, al bisogno, all’incompiuto: la cultura è una cura che dà spazio alla malattia.

    Un esempio di profezia adempiuta è Procida, Capitale italiana della Cultura per il 2022: il lavoro degli artisti, con e per gli abitanti residenti e temporanei dell’isola, ha costruito dimensioni di spazio-tempo fatte di coesistenze: simultaneità virtuale, passato, storia e mito, uomo e natura.

    L'esperienza procidana si inserisce in un più vasto ragionamento sulla città, sulla rigenerazione urbana e sui processi cooperativi dell'innovazione sociale praticata dagli artigiani dell'immaginario. Lo stesso rapporto con le istituzioni può finalmente configurarsi come “laboratorio di relazioni” in grado di generare modalità di organizzazione e gestione in grado di abbattere il pericolo di esclusione e settorialità: la creatività, che penetra persino nella burocrazia, è un valore pubblico e politico.

    La cultura, svincolandosi dal concetto di programma, restituisce l’essere umano alla sua relazione con l’ambiente-mondo, per questo le “utopie situate” sono piccole epiche di innovazione che adoperano la cultura per educarci a stare nel labirinto guidati dal senso profetico e progettuale dell’altrimenti.

Agostino Riitano

Artigiani dell'immaginario

Cultura, fiducia e cocreazione

Mimesis Edizioni
Collana Eterotopie
2019, 130 pp.
ISBN: 9788857560212

I luoghi, con i loro fallimenti, le loro bellezze e potenzialità, fanno spola tra necessità e scelta. A volte, questa spola viene impugnata da artigiani dell’immaginari: si tesse un processo di trasformazione e cambiamento. Gli stessi strumenti del mestiere sono frutto di un lavoro di auto-costruzione che scaturisce da desideri e problemi.

Perché farlo? Se ne sente l’urgenza.

L’urgenza di intervenire e di rimediare è la spinta motivazionale che pungola l’artigiano dell’immaginario a parlare con la collettività, ad assumersi la responsabilità di stare nel problema, a incarnarsi in decisioni progettuali che, temporaneamente o a lungo termine, diventano vere e proprie missioni di scala sociale e territoriale.

  • Dunque, chi sono gli artigiani dell’immaginario ?

    Sapienti o visionari, sono donne e uomini che trovano soluzioni nella cooperazione creativa e nell’immaginario, disegnano e condividono mappe tematiche, narrazioni, tracciati sospesi tra memoria e futuro.

    Il libro intreccia temi, idee, storie, incontri meravigliosi con artisti, maestri, uomini semplici: un coro di visioni e pratiche. Racconta anche le sperimentazioni che Agostino Riitano ha elaborato a Matera 2019 Capitale Europea della Cultura. Nasce da uno stato di grazia che evolve nel piacere di fermarsi e sistematizzare, addensando il pensiero attorno a parole come dialogo, rispetto, fiducia, creatività, coraggio.

    Gli artigiani delle arti e dei mestieri maneggiano il legno, il marmo, la pietra, i tessuti. L’artigiano dell’immaginario assembla cultura, dialogo e speranza: entro un mondo complesso, in cui ci sentiamo smarriti e piccoli, egli fonda nuovi modi di abitare il mondo: l’artigiano dell’immaginario inventa la felicità.

    “Riitano ha la capacità di descrivere in modo intimo e al tempo stesso partigiano una generazione di innovatori sociali, candidandosi ad autore che potrebbe offrire importanti spunti a quel filone sociologico che attribuisce all'immaginazione letteraria il rango di fonte analitica al pari dell'osservazione diretta, delle interviste e delle indagini quantitative” (Maurizio Busacca - agcult.it, 2 dicembre 2019).

    “Riitano tesse insieme con la maestria di un creatore d’alta moda storie di persone più o meno celebri che definiscono la trama del sostrato della società, compreso tra la necessità di ricordare e di imparare dal passato e l’anelito verso il futuro. Da non perdere” (Gabriele Ottaviani - convenzionali.wordpress.com, 5 dicembre 2019).

    “Artigiani dell’Immaginario è quasi un diario di un viaggio personale e professionale che lo ha portato dal corallo rosso partenopeo fino ai bianchi sassi della città di Matera. […] I suoi compagni di viaggio, spesso sono eccentrici, alcuni sono simpaticamente sovversivi, altri strutturati nelle certezze. Tanti nomi, tanti luoghi, il cui progetto comune ha la spinta potente dell’amor mundi.” (Luca Ceccarelli - puntozip.net, 19 marzo 2020).

    “In 130 pagine l’autore sviluppa una quantità piuttosto importante di riflessioni riguardanti la relazione che intercorre fra l’immaginazione e la società. Si tratta di una carrellata di episodi, esperienze, luoghi e persone che hanno costituito la base di riferimento del suo operare” (Emanuele Gentile - girodivite.it, 28 febbraio 2020).

    “Il percorso di Agostino è un percorso rac_Colto nel coacervo delle antitesi, già dal titolo stesso del libro, è il dialogo costante tra immanenza e trascendenza, è ‘fare pace’, come dice lui, con l’errore” (Antonella Ballacchino - caltanissettalive.it, 5 gennaio 2020).

    “Insomma, come dice l’autore partenopeo citando a sua volta Pasteur, bisogna essere prima di tutto ‘pronti a cogliere lo stimolo dell’aggregazione inedita’. E in questo inedito processo di crescita e ripresa, la presenza è un’attitudine importantissima. L’artigiano deve essere presente e in grado di sbagliare, e quindi imparare a essere antifragili” (Carmelo Sostegno - lantennaonline.it, 30 dicembre 2019)